mercoledì 1 marzo 2023

CAMPE, I PRIMI EVENTI DEL 2023


Carissimi tutti,

come promesso, siamo in grado, e lo facciamo volentieri, di anticipare la prima parte del calendario 2023 con le manifestazioni più importanti. Si apre il 16 aprile con il Giro delle Abbazie tra Montecosaro e San Claudio; meno di un mese dopo, il 7 di maggio, il Raduno Sergio Giannini  col Giro dei colli maceratesi; appena la settimana seguente, tocca al Raduno di Montelupone; in rapida successione, sarà quindi la volta del Raduno di Monte Verde, il 15 maggio; ancora, l'11 giugno il Raduno di Potenza Picena in occasione della Fioritura della lavanda; si arriva così alla due giorni del 15-16 luglio con la nostra amatissima Moda e Motori (per la quale i lavori già fervono).

Stiamo tornando, come vedete, ad una apprezzabile scansione di eventi segno di una normalità anche operativa riconquistata quanto agognata. Secondo nostra tradizione, tutti gli appuntamenti comprenderanno momenti culturali quali visite a luoghi significativi, musei, mostre, pinacoteche, scorci naturali, senza trascurare la buona tavola con i pranzi nei migliori ristoranti delle località di volta in volta raggiunte.

Vi aspettiamo, come e più di sempre numerosi.

Il CAMPE

martedì 21 febbraio 2023

ULTIME DAL MONDO: ANCHE L'AUTO ELETTRICA INQUINA (E NON LA VOGLIONO PIU')

 


Carissimi tutti,

a conferma che la UE non lavora per l'Italia, piove l'ennesima pietra in forma di normativa: il Consiglio Europeo sancisce dal 2035 niente più auto tradizionali, ovverosia “inquinanti”, quelle a carburanti fossili per capirci: solo elettrico integrale. Il tutto mentre già oggi la filiera dell'auto, che piace chiamare “automotive”, patisce licenziamenti nell'ordine del 20%, e siamo solo all'inizio. Tanto accade sul presupposto che i combustibili classici emettono CO2 che “uccide il pianeta”, ma è una frottola colossale, cresciuta sulla manipolazione dei dati, dei riscontri, sull'invenzione di circostanze, impatti, comparazioni, come riassume lo scienziato Franco Battaglia in plurimi scritti: l'immane truffa, in seno all'Ipcc americano, si chiama “climategate” e parte nel 2009; da allora viene passata sotto silenzio perché è troppo enorme per uscire: trattasi di alcuni cialtroni che puntavano al Nobel, a poltrone climatiche redditizie assai e truccavano l'impossibile e si raccomandavano a vicenda. Su quel presupposto da grande rapina al treno il globalismo finanziario ha costruito l'affare del futuro corrompendo la comunicazione pseudoscientifica-

Lo sporco affare dell'energia pulita fa contenta la Cina, che soddisfa i deliri occidentali non sognandosi affatto di assecondarli in patria. La UE essendo nata come comitato d'affari della grande industria e del mondo finanziario non dimentica la sua missione, solo che oggi finisce per agevolare il Dragone, che detiene, anche in virtù di una neocolonizzazione africana brutale, sulla quale le anime belle antiamericane non fiatano: tutti i materiali vengono estratti nei paesi più poveri e in Zambia le miniere appartengono ai soliti profeti dell'energia pulita e dell'inclusione: Gates di Microsoft, Bezos di Amazon, Branson delle aviolinee. Poi ci sono i microconduttori che fanno marciare quei computer su ruote, poi il pannellame solare, insomma una risoluzione come quella europea, condensata nel pacchetto demenziale “Fit for 55”, vuole azzerare le emissioni industriali di CO2 che impattano lo zero virgola sul pianeta, mentre la stessa sostanza impatta assai favorevolmente sulla vegetazione, in rigogliosa crescita in tutto il mondo; al contrario, finisce per distruggere il mercato continentale e lanciare in modo possente quello asiatico, del quale si pronostica un impatto planetariogià da domani del 25%: solo in Italia sono garantiti almeno centomila nuovi disoccupati, in Europa cinque, sei volte tanto. “Per questi motivi”, come si legge nelle sentenze della giustizia italiana, l'America è corsa ai ripari, Biden ha emesso un Inflation Reduction Act in cui si cerca di mettere una toppa alle follie suicide di stampo ambientalista con una normativa improntata a protezionismo che spinge alla produzione interna; ci sono pure gli immancabili, mitici incentivi o bonus, 12mila dollari per ogni auto elettrica acquistata. Ovviamente, sono milioni che entrano nelle tasche del contribuente per uscirne subito dopo in forma di tasse. Come sempre dal lucidissimo capo di stato americano, Tutto si risolve in un compromesso all'italiana, un pastrocchio che vorrebbe salvare le capre dei produttori di automobili coi cavoli dei fanatici “ambientalisti”; i quali, toh, hanno scoperto che non va bene neppure l'hard electric: tutti quei metalli rari, quelle batterie che non si sa come smaltire, quelle reti di ricarica che poi sempre alle energie tradizionali risalgono. Via, via, si vieti anche l'auto elettrica. C'è sempre un ambientalista più demente che ti manda ai pazzi. Ma ieri a una trasmissione due esponenti di sinistra dicevano: beh? Che sarà mai? Qui bisogna salvare il pianeta, se i poveri non possono permettersi la transizione ambientale, che si arrangino. Ma l'Apocalisse non esiste, sta solo nella stupidità o nella disonestà di chi la annuncia.

Avanti con l'auto senza carburante, però vi blocco una miniera di rame, nickel e cobalto in California, ragiona Biden. In Cina non hanno di questi problemi. Tutto questo casino immane, che già oggi costa al contribuente dai sei ai sette trilioni di euro l'anno, nasce e cresce sull'erba avvelenata della frode. Ma non basta mai e adesso che fanno? Sfregiano la Gioconda perché l'auto elettrica è la nuova morte, la peste del duemilaventitrè? Torniamo ai cavalli, ai carretti? Stando così le cose, per salvare il pianeta e chi ci sta dentro l'unica soluzione è sterminarci tutti e lasciare che il pianeta cresca su se stesso come ai tempi dei dinosauri. E forse non sarebbe una cattiva soluzione. Definitiva, se non altro. L'energia completamente amorfa, che non lascia conseguenze, che non libera scorie, non esiste, c'è l'atomo che è la più pulita, la più sicura e quella con meno rifiuti, ma un referendum demente decise dopo Chernobyl che no, il nucleare era di destra (sic!), alla larga, si fa a meno, c'è il sole che ride. Da allora, le bollette carnivore.

Non fa niente, abbiamo rinunciato a produrre – non a consumare – energia atomica, abbiamo rinunciato alla ricerca applicata, stiamo rinunciando alla macchina-macchina e non ci serviranno né la macchina-tostapane né le carrozze di Sherlock Holmes o la Biga romana. L'unica speranza siamo noi, le formichine del mondo il cui stentato buon senso alla fine fa giustizia dei dotti deliri di chi pretende di pensare al posto nostro. Che si imponga la realtà caotica, come sempre, all'eccesso di fanatismo dirigista. Intanto, ci proviamo mantenendo viva la grande tradizione automobilistica, il motorismo storico che, invece di distruggere il mondo, lo ha cambiato.

sabato 4 febbraio 2023

MODA E MOTORI 2022 VINCE IL PREMIO SPECIALE ASI!

 


Carissimi tutti,

la tradizione è stata rispettata: anche quest'anno Moda e Motori aggiorna il pàlmares. L'edizione 2022, infatti, si è conquistata il premio speciale ASI, visto anche il parere del delegato invitato alla manifestazione del luglio scorso, Giuseppe Gentile. Quindici edizioni, quindici premi fra Manovelle d'oro e premi speciali: Moda e Motori si conferma come uno degli eventi più importanti nel panorama nazionale per ciò che concerne il connubio tra auto storiche e alta moda italiana (ne riparleremo presto). Il riconoscimento verrà consegnato sabato prossimo, 11 febbraio, a Torino, nel corso della serata ufficiale di premiazione per manifestazioni e club. 

Un risultato che ci fa piacere perché tiene conto dell'impegno e, se non siamo immodesti, del risultato, e che naturalmente ci galvanizza in vista dell'edizione che verrà; già in atto i preparativi, non senza confronti e discussioni tra noi, data la piccola rivoluzione che il 2023 porterà per la nostra kermesse regina. Ma avremo tempo per ritornarci. Per il momento, godiamoci tutti insieme quest'altro premio, a conferma che il buon lavoro, serio, leale, paga ed è sempre un investimento sul futuro, sulle cose da fare. Che sono tante e richiederanno adeguata attenzione. Ogni impegno, e ogni risultato, è per chi è iscritto con noi, ci segue, ci viene a trovare, partecipa ai nostri eventi. 

Il CAMPE

sabato 14 gennaio 2023

IN PIENA ATTIVITA'

 


Carissimi tutti,

questa che riproduciamo qui sopra è la foto dell'articolo comparso sul periodico "la Manovella" relativo all'edizione 2022 di "Moda e Motori", nel luglio scorso; con l'occasione, vi informiamo che il CAMPE sta già ponendo le basi per la prossima edizione che si svolgerà come sempre a Porto San Giorgio, ma, questa volta, con importanti novità. Di concerto con l'Amministrazione comunale, che ha mostrato vivo interesse e un convinto appoggio, intendiamo offrire uno spettacolo capace di andare ancora oltre i già lusinghieri standard raggiunti. Via via avremo modo di aggiornare circa i passaggi salienti di un percorso che si sta già manifestando come impegnativo e intrigante. Tutto questo per dire che il CAMPE ha cominciato l'anno in piena attività e, naturalmente, non solo con riguardo alla manifestazione principessa: tanti sono gli appuntamenti in ballo, e intendiamo svilupparli tutti nel migliore dei modi. Dopo due anni di attività a rilento, nello scenario migliore, abbiamo voglia di recuperare! Contiamo dunque sull'appoggio dei soci, dei simpatizzanti, degli amici e l'invito, per tutti, è di rinnovare l'iscrizione al nostro e vostro Club. A prestissimo per il calendario degli impegni sul 2023 e per altre novità!

Il CAMPE

giovedì 12 gennaio 2023

MODA E MOTORI, UNA RESISTENZA UMANA

 


C'è un filo rosso che lega alimenti sintetici e auto elettriche. È, fuori da facili complottismi, il processo di refinizione occidentale volto a fare tabula rasa di ogni lascito culturale, qualcuno lo chiama Agenda 2030, altri transizione verde: di bile senz'altro. Ma vediamo le cose per come stanno, per come si possono legare tra loro.

Questo vostro e nostro club è orgoglioso di organizzare da quindici anni a Porto San Giorgio una manifestazione storica dedicata ai veicoli d'epoca, “Moda e Motori d'altri tempi”, kermesse che, come sapete, mette insieme la grande tecnica automobilistica, il design tutto italiano e l'alta sartoria nel corso del Ventesimo secolo: un mondo che ad ogni edizione sembra più distante, più perduto eppure, proprio per questo, riscuote un gradimento sempre più convinto dal pubblico. L'effetto amarcord, certamente, la nostalgia canaglia di epoche in cui vivere era più bello, quanto meno ad un livello sociale: veder sfilare certe carrozzerie, lungo i cent'anni di lascito motoristico, è impagabile e se da quelle vetture scendono indossatrici agghindate in capi d'alta moda e acconciature che da sole illustrano un periodo – la “maschietta dei Venti ruggenti, la hippy dei confusi Sessanta – la sensazione è totale, la magia è completa. Bene, tutto questo è in via di archiviazione semplicemente perché una pletora di burocrati a Bruxelles ha deciso che puzza troppo di antico, di reazionario, di non sostenibile, qualsiasi cosa voglia significare. La grancassa è martellante: l'auto elettrica, ci vuole l'elettrica, comandata “da remoto” in un'orgia di elettronica, non più macchina ma giocattolo costosissimo, alla portata di pochi, che però tiene, lei, in pugno il giocatore. L'abitacolo di queste nuove creature ricorda sempre più quello degli aerei di lusso, sono computer che si spostano su quattro ruote in un fruscio di silenzio: niente più il canto del motore che, da solo, configurava un modello, senti, senti quant'è incazzata, quella è senz'altro una Giulia: potevamo azzeccarci senza neppure affacciarci alla finestra. Bello, avveneristico, ma anche avventuristico: a San Benedetto del Tronto, che da Porto San Giorgio dista 20 chilometri, hanno dismesso le colonnine di ricarica: nel 2022 hanno venduto solo 40 di questi auto-plani che non servono a salvare il pianeta ma a distinguersi nella cerchia del borgo.

Di colpo, la grande motoristica da prodigio, testimonianza di un secolo che ha cercato di estinguersi senza mai riuscirci, diventa da mirabile a criminale. “Il motore del Duemila sarà bello e lucente”, cantava Lucio Dalla: si era sbagliato, il motore del Duemila è in fase terminale. Allo stesso tempo, ci è toccato leggere che la moda, con le sue creazioni e le sue sfilate, va abolita in quanto, anche quella, “non sostenibile”. Di ogni “come eravamo” è prevista la spietata rimozione senza vestigia di sorta.

Nella gastronomia non è diverso. È di pochi giorni fa l'annuale classifica che pone l'Italia in cima al mondo quanto ad arte culinaria: la sua cucina proletaria, mediterranea seppe escogitare da quei piatti umili soluzioni sempre più ricercate senza rinunciare alla tradizione, se mai innovandola dall'interno. De profundis anche per la grande cucina tricolore: la UE s'è indispettita, la baronessa Ursula dove c'è primato italiano perde subito le staffe; Bruxelles lancia le blatte, la farina di grilli, il ragù ai vermi, le larve “che sono così gustose, così nutrienti” come sempre più servi sciocchi si affannano a mentire, chi per prostituzione chi per emulazione. Nello spettacolo dedicato alle auto storiche, non a caso, si è sempre avuto cura di svelare ai partecipanti i luoghi della cucina tradizionale locale – marchigiana, nel caso specifico - con clamorosa soddisfazione generale. Anche questo, a quanto pare, deve finire; un signore di nome Bill Gates ha investito nel business della carne sintetica (che, a detta di chi l'ha provata, sa di moquette e comporta, secondo i nutrizionisti onesti, preoccupanti incognite di carattere sanitario). E la solita baronessa gli ha promesso, a spese nostre, 25 miliardi di euro di qui al 2030. Ancora una volta un dottor Stranamore si mette in testa di dirottare l'umanità e le istituzioni lo assecondano nella presunzione di essere le uniche a decidere il bene dell'umanità. Occorre tener duro, perché chi si ostina a non cascarci avrà il mondo contro. Noi, appassionati di quelle carrozzerie, di quel rombo che riporta epoche vissute o solo sognate, non possiamo arrenderci. Per quel che ci riguarda, le prossime edizioni di “Moda e Motori” non potranno che avere il senso di una resistenza umana, a tutti i livelli.