venerdì 19 marzo 2021

GUZZI, UN SECOLO ITALIANO

 


15 marzo 1921 non è il titolo di una canzone di Lucio Dalla ma è lo stesso un genetliaco, quello dell'Italia, la serva Italia ieri di dolore oggi dell'Unione Europea ostello, cui rimangono solo le patrie memorie e poco altro. Nelle memorie e nel resto c'è qualcosa di grande, si chiama Guzzi, il suono della moto. Fondata in uno studio notarile di Genova un secolo fa, e oggi sempre in sella a far correre i sogni degli italiani. Davanti al notaio Paolo Cassanello stanno in due nella foto seppiata: il fondatore, Giorgio Guzzi, e il finanziatore e armatore ligure Vittorio Parodi. La Grande Guerra è finita, si può procedere con la Società Anonima Moto Guzzi: l'intrapresa è dedicata al comune amico, partner mancato Giovanni Ravelli, mancato poco prima. Era un militare della Regia Marina, l'Aquila che farà la storia del motociclismo nazionale è pensata in suo ricordo, in suo onore.

La Storia, con la maiuscola. Un secolo di imprese. Nel '28 Giuseppe, fratello di Giorgio, porta una Norge GT 500 fino al Circolo Polare Artico. Comincia, prestissimo, anche la grande stagione dei trionfi sportivi, la Targa Florio già all'esordio, i 14 Mondiali di Velocità, gli 11 trionfi al Tourist Trophy, Guzzi vince moltissimo fino al 1957 quando si ritira dalle competizioni, fedele alla filosofia del lasciare quando si è in cima. Ma la strada non finisce mai, ricerca, sviluppo, tecnologia, rincorsa del tempo, spesso e volentieri sorpassandolo, non si spengono mai, Guzzi, per dire, è la prima a realizzare la galleria del vento nel 1950 e lo scrupolo di ogni fase del processo ideativo, produttivo, diventa leggendario.

I primi decenni i modelli hanno spesso addosso nomi di uccelli: l’Airone 250 del 1939, il Galletto del 1950, che contribuì alla motorizzazione di massa nel dopoguerra. Poi il Cardellino, che fu per dieci anni la moto più venduta d’Europa, il mitico Falcone, prodotto dal 1950 al 1967, la Lodola 175 del 1956. Progettisti che si chiamano Umberto Todero, Enrico Cantoni, Giulio Cesare Carcano, ingegnere lombardo che concepisce la fenomenale 8 cilindri: arrivava a sfiorare i 300 km all'ora. Moto leggere, come il il Dingo, la Stornello, moto monstre che montano il proverbiale 2 cilindri: V7 Special, V7 Sport, California, Le Mans, modelli che mettono in riga i giovani scalpitanti americani e asiatici. Tutto parte sempre da Mondello del Lario, Guzzi resta incatenata alle sue radici operative, un secolo di Storia si legge anche così, la casa italiana non è mai stata tentata da avventure esotiche, delocalizzazioni spericolate. che non aveva certo paura di incrociare il fioretto con le più cattive giapponesi. Ancora la V7 e V9 nelle versioni Roamer e Bobber, l'enduro V85TT per infiniti tragitti e già si annuncia la nuova versione 2021.

Guzzi resta testa e cuore a Mondello ma arriva in tutto il mondo, in America, per il pubblico e però adottata anche dalle polizie statunitensi, così come a Berlino e altrove in Europa, in Giordania, in Estremo Oriente, dove la studiano per tentare di far meglio. Italiana come nessuna, è la due ruote ufficiale dei Corazzieri del Presidente.

Dal prototipo del 1919, la G. P. 500, che precede addirittura la fondazione, all'esordio della Normale come primo modello della produzione di serie nello stesso 1921, fino all'ultima Super Naked in arrivo, oltre 50 modelli in una infinità di versioni diverse.

Come una rockstar, il marchio dell'Aquila ha le sue stagioni gloriose ed altre più dure, la proprietà sbanda, va in testacoda, passa alla Seimm nel 1967, viene ceduta nel 1973, al Gruppo de Tomaso, finisce nel 1996 alla Finprogetti e nel 2000 all’Aprilia di Ivano Beggio. Chi la vuole l'Aquila che fatica a volare? A fine 2004 viene acquisita da Piaggio tramite il presidente Roberto Colaninno, e da fiore all'occhiello del gruppo di Pontedera si appresta a celebrare il suo Secolo Italiano all'insegna de “Il coraggio di andare oltre”, titolo del docufilm che riassume la grande avventura della casa lariana appena presentato dall'ASI in streaming a sancire l'inizio di un anno di festeggiamenti, compatibilmente con le condizioni che da un anno ci strangolano. Fra retrospettive, celebrazioni, convegni, i guzzisti si troveranno ovviamente a Mondello, provenienti da tutto il mondo, da tutti i club Guzzi del mondo (oltre 50 solo negli Stati Uniti), dal 9 al 12 settembre prossimi. Lockdown permettendo, è chiaro. Ma quale modo migliore di evadere dalla prigionia che in sella a un'Aquila italiana sempre in gara con la Storia?

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