Oltre 120 partecipanti e un parco macchine di grandissimo prestigio, interesse, curiosità e simpatia da parte di tutte le località ospitanti: che la formula del Gran Tour delle Marche, quest'anno localizzato nell'Osimano, parte nord della Regione tra il 25 e il 27 settembre, fosse destinata a sicuro successo, non era un mistero per nessuno; pure, la riuscita di questi tre giorni, che ci hanno visto insieme ai Club amici quali ambasciatori del motorismo storico tra Osimo, Sirolo, Mondavio e località limitrofe, su e giù per la dorsale adriatica, merita, crediamo, qualche considerazione a margine.
Il Gran Tour non è quello dei grandi viaggiatori tra Settecento e Ottocento, Goethe, Madame de Stael, non abbraccia l'intero “Paese del dolce Sì”, ma si limita alla Regione di riferimento: eppure basta questo spicchio d'Italia, questa piccola regione che collega nord a sud del Paese, per scoprire o riscoprire tesori inestimabili a tutto tondo, dall'architettura all'arte, dalla gastronomia ai lasciti ambientali, in un continuo spirito di stupore e gratitudine per la Bellezza. Con la B maiuscola, perché certi scorci, disegnati dalla natura o dalla mano dell'uomo, lasciano davvero senza fiato. Che poi tutto questo sia stato “conquistato” a bordo di vetture dal passato importante, non può che aggiungere rilevanza, come a ribadire una tradizione speciale, che affonda nella Storia e sulle ruote della Storia si palesa.
Era, questa, la 7° edizione di una manifestazione che non conosce stanchezza, e si alimenta, anzi, di se stessa: l'entusiasmo, il giusto spirito di condivisione sono ingredienti che contribuiscono a rendere il Gran Tour uno fra gli appuntamenti immancabili nel cartellone annuale, con una sua storia, una tradizione consolidata e gratificata da premi e riconoscimenti. Un percorso originalissimo e intrigante, che a turno torna ad esplorare questa o quell'area di interesse, a ricomporre un mosaico dell'intera regione che non smette di sorprendere e di affascinare. Per questo una iniziativa di questo genere meriterebbe copertura ben oltre lo specifico degli stretti appassionati, risolvendosi in occasione turistica, in complicità culturale, in volano promozionale; purtroppo, gli enti periferici, le istituzioni regionali non sembrano essere ricettive in questo senso (ignorando che sarebbe interesse comune e delle istituzioni medesime, in primis).
Forse ci vorrebbe qualche testimonial artistico di peso, chissà. O forse, dopotutto, è giusto che un Gran Tour resti fedele a se stesso, senza dissolversi in dimensioni mondane, viceversa mantenendosi appuntamento da custodire gelosamente, da condividere tra soci ed appassionati che al centro del loro interesse mantengono sempre e comunque il motorismo d'epoca. Appuntamento, in tutti i modi, alla prossima, ottava edizione, nel 2016!
Il CAMPE
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