Carissimi tutti,
in attesa di una ripresa
a tutti gli effetti delle normali attività, ci piace proporvi oggi
un momento di memoria storica; risaliamo a 40 anni fa, nel 1980, anno
in cui La Lancia Delta veniva votata quale auto dell'anno. Un
riconoscimento più che meritato, data l'eccezionale qualità del
veicolo in questione, sotto molteplici aspetti. Lo conferma il
successo di una serie che venne reiterata dal 1979 al 1993 in 525 231
esemplari, incluse le versioni sportive; il tutto in 4 serie,
corrispondenti ad altrettanti periodi: la prima tra il 1979 e il
1982, la seconda tra il 1983 e il 1986, la terza tra il 1986 e il
1990, e la quarta e ultima tra il 1991 e il 1993, quando sarebbe
stata sostituita dalla Delta II generazione.
Il modello, rimasto
nell'immaginario collettivo, è frutto del parto di Giorgetto
Giugiaro, che ha il compito di trovare un sostituto adeguato ai tempi
della celeberrima Lancia Fulvia. Giugiaro, però, rimescola le carte:
la sua Delta non è una figlia naturale della Fulvia, tali e tanti
sono i cambiamenti che ne fanno un unicum; un nuovo inizio. Casomai,
alla Fulvia succede la Beta, almeno fino al 1981. A quel punto, la
Delta è già affermata (e premiata), e fa storia a sé, mentre
l'idea della Beta viene ridefinita nella Lancia Prisma. A noi, oggi,
interessa la prima serie della Delta, quella, per l'appunto, del
riconoscimento del 1980. Prima serie che copre il quadriennio
1979-1983, quanto a dire l'ultima stagione, forse, di un'Italia più
forte, più ottimista, e anche, come si usava dire, più rampante. I
rilievi tecnici vedono un autotelaio, derivato per lo più dal
pianale della Beta, assai evoluto: sospensione anteriore a ruote
indipendenti di tipo MacPherson con braccio oscillante inferiore e
montante costituito da ammortizzatore idraulico e barra
stabilizzatrice; sospensione posteriore a ruote indipendenti di tipo
MacPherson con due bracci oscillanti trasversali, braccio oscillante
longitudinale inferiore (puntone), montante costituito da
ammortizzatore idraulico telescopico a doppio effetto e molla a elica
disassata con barra stabilizzatrice (di fatto una sospensione
Multilink con la inusuale peculiarità di poter regolare la
convergenza anche sull'assale posteriore).
La Delta fu lanciata sul
mercato inizialmente con due motorizzazioni quattro cilindri in
linea, con albero a camme in testa e cilindri in lega leggera
derivati da quelli montati dalla Fiat Ritmo, ma migliorati
nell'alimentazione, di 1301 cm³ (78 CV) o 1498 cm³ da 85 CV, oltre
a un motore 1100 cm³ destinato, per motivi fiscali, ai mercati di
Grecia e Portogallo. Parecchie le innovazioni, come i paraurti
anteriori e posteriori in resina poliestere rinforzata con fibre di
vetro e una dotazione comprendente il lunotto termico con
tergilavalunotto, specchietto sinistro regolabile manualmente
dall'interno (il destro era opzionale), finiture della carrozzeria in
alluminio anodizzato, cornice calandra in acciaio inox, sottoscocca
sottoposto a elevati sistemi di trattamento e verniciatura
anticorrosione, fari anteriori allo iodio, doppi indicatori di
retromarcia e fendinebbia posteriori, tergicristalli a tre velocità,
volante regolabile in altezza. Come si vede, si fa largo uso di
materiali moderni, di leghe speciali, di soluzioni originali e a
volte del tutto inedite.
All'interno, plancia
comandi, bocchette di aerazione e quadro strumenti presentavano un
disegno squadrato, mentre una particolare attenzione era rivolta ai
processi di insonorizzazione dell'abitacolo, a tutto vantaggio del
confort di marcia. Accorgimenti che fecero meritare alla Delta il
premio per la vettura dell'anno. Due anni più tardi, nel 1982,
vennero lanciate le Delta 1300 LX e 1500 LX, con dotazioni di serie
che portavano la Delta a un rango superiore: alzacristalli elettrici,
ruote in lega leggera, vetri atermici, sedile posteriore sdoppiato,
interni in tessuto Zegna. Un'auto filante e a suo modo lussuosa, che
non poteva non diventare il sogno, più o meno proibito, dei giovani
di tutte le età negli anni Ottanta.
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