mercoledì 2 agosto 2023

MODA E MOTORI 2023 il racconto

 


Il caldo era atroce, l’umidità impossibile ma i cambiamenti climatici non c’entrano (e le nostre adorate auto d’epoca sono innocenti): ogni anno per Moda e Motori è così, giornate campali, le più torride della stagione, la lotta contro il tempo, gli inconvenienti, i piccoli e enormi accidenti che per una manifestazione di questo livello non possono mancare, e che vanno superati come in un percorso a ostacoli: e poi, finalmente, la serata, la gala, la sfilata. È stata la sedicesima volta, una piccola grande storia la nostra, che ha visto cambiare la kermesse insieme a chi la organizza e la partecipa: già un altro tempo da quei primi anni Duemila quando il Novecento era ancora una assenza recente, e siamo già all’attacco scriteriato delle auto elettriche, navicelle tecnologiche che non potranno mai arrivare a segnare epoche come una Ardita, una Balilla, un Duetto, un Cinquino: la temperie non lo consente più, tutto nasce vecchio, di una scintillante vecchiezza, destinato a venire sostituito prima ancora di imporsi: anche queste auto non-auto a elettricità verranno già domani rimpiazzate da chissà quali propulsioni, a idrogeno, a sangue, ma l’auto storica resta come una testimonianza ostinata, perfino polemica nella sua bellezza, nel suo trionfo di design, di una tecnica che era per l’uomo e non il contrario; nella sua capacità di segnare il tempo attraversandolo.



Trenta i modelli questa volta, dal 1925 al 2001, con, va detto, alcune defezioni dell’ultimo minuto, date proprio dalle alte temperature. Uno spettacolo lo stesso entusiasmante, forse come mai prima, almeno a detta delle centinaia e centinaia di spettatori che riempivano ogni spazio vitale di piazza Matteotti, lo “scrigno” di Porto San Giorgio, borgo marinaro ospitante, sede del CAMPE organizzatore, dove per la prima volta la stessa amministrazione comunale ha voluto trasferire l’evento: anche questo elemento, la sede, ci ricorda il percorso smaltito fin qui: partita dall’Arena Europa, dirottata in tempi recenti nella sede, bella ma dispersiva, del giardino “Bambinopoli”, la nostra manifestazione principe ha infine trovato la collocazione ideale incastonandosi nel cuore cittadino.

Prima, nel pomeriggio, una escursione, subito, in quel di Fermo, capoluogo provinciale a 7 chilometri, alla riscoperta di scorci e suggestioni di ogni genere (l’indomani, domenica, la seconda gita avrebbe coperto la zona di Civitanova, bassa, con l’esposizione statica delle auto, e poi alta con una visita guidata e illustrata). Giusto il tempo di tornare alla base per consumare la cena di benvenuto al ristorante Excelsior, vicinissimo, e poi via alle danze, che i motori rombino. Ogni auto una storia che è anche umana, legata a quella dei piloti, collegata però anche a quella di abiti di sartoria contemporanei agli specifici modelli, con il breve défile delle indossatrici in un intreccio di notazioni, di aneddoti, di riflessioni affidate ai due conduttori, Massimo Del Papa, che di Moda e Motori è anche lo storico direttore artistico, e Barbara Kal. Un dialogo ininterrotto a tratteggiare il Novecento, si diceva, con estemporanee ma preziosissime informazioni dagli stessi possessori delle vetture, a dipanarsi lungo stagioni tutte diverse, ora esaltanti, ora tragiche, ma in scia ed epiche, ciascuna a suo modo. Particolarmente nutrito quest’anno il segmento della ricostruzione, dai ‘50 ai ‘70, scanditi da un tappeto di canzoni originali: questa la formula, sempre ritoccata ma mai stravolta.



Il pubblico, si diceva, ha gradito come non mai; si è preferito orientarsi via via verso soluzioni sempre più essenziali, in modo da lasciare il maggior spazio possibile proprio alle carrozzerie e alle creazioni di moda, trionfi dell’inventiva italiana che parlano da soli, che non smetteranno mai di ricordare a tutti come l’Italia uscita devastata dal conflitto mondiale seppe in breve, ma a lungo, arrampicarsi davvero sulla cima del mondo. Due ore e nemmeno un istante di vuoto, di noia, di esitazione, due ore di serena e gioiosa cavalcata, un’auto dopo l’altra, una sfilata via l’altra, alla presenza delle autorità locali, del delegato ASI Aldo Agata, di esponenti di altri club, di una platea che ha ormai adottato Moda e Motori come uno degli appuntamenti salienti dell’estate. L’occasione conquistata e già si pensa alla prossima volta: l’ottima riuscita non ci basta, c’è sempre modo di fare meglio, le idee sono già in embrione, e non mancano richieste per esportare questa nostra formula oltre Porto San Giorgio. Un fatto è certo: non possiamo tradire proprio adesso, noi del CAMPE, e non solo per chi partecipa, non solo per il pubblico, nemmeno per noi stessi: è che sentiamo di dover sostenere, se non una piccola missione, certamente un certo impegno: quello della memoria, della testimonianza, in un tempo sempre più vuoto di poesia, di eleganza, di cose che restano, questo tempo che è come un fiume di fango che trascina via tutto e lascia solo detriti in noi.



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