La kermesse più bella,
l'edizione più riuscita di “Moda e Motori”, 45 vetture per
ripercorrere il Novecento della tecnica e del design automobilistico,
avremmo potuto, dovuto dedicarla a Sergio Marchionne, uomo
novecentesco, manager senza tempo che ha salvato l'automobile
italiana, l'ha rilanciata nel mondo, ne ha fatto un marchio di
perennità. Ma nessuno dei cinquemila spettatori e nessuno degli
oltre duecento soggetti coinvolti nell'esibizione e nella
preparazione della serata di sabato 14 luglio nello spazio
Bambinopoli di Porto San Giorgio sospettava quanto si stesse
consumando. Sì, c'è da credere che Sergio Marchionne, provinciale
senza confini, si sarebbe divertito a vedere sfilare il Novecento
dell'automobile, dalla prima Ford T del 1918 fino alle ultime
Maserati della “Milano da bere” e oltre, con una appendice
scenografica del 1995, la Fiat Barchetta che si assumeva l'incarico
del saluto. Circa ottant'anni di momenti. In mezzo, le stagioni delle
Torpedo, le Lambda, le Buick, le Ardita, fino alle berline Fiat e ai
Duetto della ricostruzione e del boom, le Cadillac fuori misura, i
coupè della Flavia e della Ghia, le Abarth ringhiose e le Giannini
ancora stilose, le linee delle 124 Sport e tanto, tanto altro. La
formula è quella consolidata, vincente: per ogni vettura, una
modella fasciata in un vestito contemporaneo e rigorosamente
originale, al suono di canzoni dell'epoca, di locandine di film
famosi proiettati su maxischermo, di notazioni storiche, culturali,
sociali, tecniche, di momenti di danza affidati a ballerini di scuole
prestigiose. Tutto in doppia ripresa, sia quella televisiva, per una
emittente del luogo, sia quella diretta, costantemente proiettata sul
maxischermo: soluzione quanto mai felice, dato che l'incredibile
numero di spettatori rendeva sempre più problematico seguire
altrimenti lo spettacolo, con presenze accampante ben oltre lo spazio
fisico dell'area, e addirittura oltre il lungomare prospiciente e
fino alla spiaggia.
Al di là della nuda
presenza fisica, numerica, mai come in questa edizione il pubblico ha
mostrato di gradire, contribuendo con la sua partecipazione emotiva a
fare di una sfilata qualcosa di diverso, una intimità da 5000
convenuti, alla presenza di varie personalità ASI a partire dal
presidente, Maurizio Speziali. È tutta questione di atmosfera, in
fondo: e quella che si è respirata sabato 14 luglio, sul tappeto
rosso per le macchine, è stata davvero speciale, più che mai.
“Moda e Motori” è un
evento che, nei suoi dodici anni di vita, ha saputo ritagliarsi un
posto fra le classicissime di genere in tutta Italia, anche a suon di
premi e riconoscimenti; quest'anno, la sfida non era più riuscire,
ma confermarsi in un contesto assai più rilevante, con un numero di
veicoli salito dai canonici 26-28 fino a 45, con tutto ciò che ne
conseguiva in termini di logistica, organizzazione, esposizione; è
il risultato dell'incastonamento di “Moda e Motori” nel più
ampio, più ambizioso “Gran Tour delle Marche”, maturato in
collaborazione tra 4 sodalizi: l'ospitante Campe di Porto San
Giorgio, insieme al Caspim di Ascoli, al Fagioli di Osimo e al Cjmae
di Jesi, che ha ricompreso anche il Gran Premio di Eleganza, nella
successiva mattinata della domenica, all'interno della scenografia
della Napoleonica Villa Bonaparte, sempre a Porto San Giorgio.
Quest'anno il Gran Tour si articolava proprio per i percorsi del
Fermano, portando una carovana di quasi 50 veicoli e 200 persone in
totale dai litorali sangiorgesi e fermani su fino alle propaggini dei
Sibillini, i “Monti Azzurri” così densi di suggestioni magiche e
di sconvolgimenti legati a inopinati disastri naturali.
In estrema sintesi, la
prima tappa già venerdì ha raggiunto la vicina Monterubbiano,
perduta in suggestioni tardomedievali, a partire dalle Mura
Castellane volute da Francesco Sforza nel 1433, in proseguimento per
Marina di Campofilone, regno dei maccheroncini, sottili strisce di
pasta fatta in casa e immersa in un ragù casereccio, ormai popolari
fino in Giappone; quindi, la mattina di sabato, il viaggio sino
all'area archeologica di Cuma, al santuario ellenistico-romano di
Monte Rinaldo, in direzione di Smerillo, delizioso borgo già montano
da cui respirare l'aria senza tempo degli Appennini. Qui c'è stato
anche il pensiero della carovana per le zone tutte travolte, e
stravolte, dal sisma di due anni fa: una sciagura che lascerà le sue
cicatrici per anni, forse per sempre sull'intero comprensorio
Fermano-Maceratese. Ogni passaggio ha fatto registrare una
corrispondenza d'amorosi sensi tra equipaggi e centri che
accoglievano, con tanto pubblico incuriosito e ammirato e la
generosità senza risparmio delle varie amministrazioni coinvolte.
Anche questo, se non questo soprattutto, è turismo, e del genere più
nobile, quello culturale. Il Fermano, terra insospettata, come
ripiegata in se stessa, ha bisogno di queste occasioni, e lo sa;
d'altra parte, sa come ripagarle, con entusiasmo semplice ma sincero,
senza condizioni. Per questo, la scelta del Gran Tour si è rivelata
quest'anno particolarmente opportuna, calibrata. Molti, poi, dai
centri dell'interno, sarebbero scesi fino alla costa sangiorgese per
ammirare ancora i modelli nella loro espressione più eclatante,
quella di “Moda e Motori”.
Detto ampiamente della favolosa serata di sabato, resta ancora da
soffermarsi sul Concorso di Eleganza, che alla fine della mattinata
di domenica ha visto le seguenti premiazioni: Vintage
(1919-1930) e Post Vintage (1931-1945) 1° Oscar Zari, Lancia
Aprilia Cabriolet; 2° Mario Beccerica, Lancia Lambda; Classic
(1946-1960) 1° Giorgio Spegne, Fiat 1400 cabriolet; 2° Angelo
Perleonardi, Alfa Romeo 1900 Pininfarina; Post Classic
(1961-1970): 1° Luigi Natali, Lancia Flavia coupè Pininfarina; 2°
Franco Sansoni, Lancia Flavia Conver Vignale; Modern (Post
1971):1° Carlo Iommi, Maserati Biturbo; 2° Luciano Merolli Fiat 124
sport coupè.
Gran finale a base di
pesce, con i saluti, i bilanci, gli appuntamenti all'anno prossimo.
Tutto si può sempre migliorare, e le idee per la nuova edizione, la
tredicesima, del luglio 2019 sono già cominciate a spuntare
dall'epilogo della dodicesima, ma certo sarà difficile spostare
ancora più su l'asticella di un evento che, in questo caso, ha
regalato soddisfazioni oltre qualsiasi aspettativa.
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