giovedì 21 luglio 2016

MODA E MOTORI 2016, LA CRONACA


Un Decennale così ce lo ricorderemo. Perché la magia di Moda e Motori si è replicata ancora, ma anche perché mai come in questa edizione si sono presentati tali e tanti imprevisti, probabilità e accidenti da mettere a repentaglio la regina delle nostre kermesse, fino all'ultimo. Il tempo, il meteo, che per nove volte ci aveva premiato regalandoci serate ora vivibili, ora torride, ma sempre e comunque benevole, questa volta ha infierito con nuvoloni carichi di pioggia, minacciose raffiche di vento, cielo imbronciato che pareva volerci proprio sfrattare dal giardino di Bambinopoli, dove da due anni abbiamo traslocato: più arioso, più elegante, senza dubbio, rispetto alla vecchia Arena Europa, ma anche meno schermato, più esposto ai capricci del clima, e ce ne siamo accorti (naturalmente, la mattina dopo, domenica, un sole radioso accompagnava la carovana alla scoperta di Campofilone, per poi ridiscende al mare dove la tradizionale due giorni si è chiusa all'insegna di un ottimo pranzo di pesce).

E' stato, in particolare, un autentico dispiacere dover rinunciare all'ultimo momento al maxischermo, decisamente sconsigliato dai tecnici per il potenziale pericolo al quale avremmo esposto il pubblico. Una disdetta, proprio così, perché avevamo preparato un nuovo filmato riassuntivo del Novecento, che riassumeva eventi, aneddoti, momenti decisivi in una sola volta, rispetto alle clip da mandare in apertura di ogni decade. Inoltre, c'era il Museo interattivo, con una selezione di opere da proiettare in contemporanea alle vetture in esibibizione: sarà per l'anno prossimo.
 E già il dietro le quinte si era svolto all'insegna della solita instabilità, con i mille problemi come sempre improvvisi, e improvvisamente da risolvere, con le soluzioni alternative, con i cambi di scaletta fino a un'ora prima di andare in scena, conseguenza di alcune disdette e di altre nuove entrate in extremis. Infine, la paura che il tempo sconsigliasse il pubblico: già partivano le prime interviste dell'emittente Tvrs, in apertura di spettacolo, ma le seggiole vuote erano ancora tante, troppe, e tutti noi, chi dalla regia, chi dal palco, chi dalle auto pronte, le guardavamo con apprensione crescente. Ma poi è comparsa la prima Damigella, la SPA del 1913, e tutto è cambiato: da quel momento, il pubblico non ha fatto che crescere, e a un certo punto una corona di gente in piedi circondava lo spazio attrezzato: probabilmente un migliaio di persone, e, quest'anno, senza il traino e insieme la concorrenza della "Notte Rosa": era tutto pubblico nostro, quello, e, alla fine, non si è mai dimostrato tanto numeroso ed entusiasta.

Perché gli applausi non sono mai mancati. Perché, una volta partiti, tutto è filato liscio sia pure senza video. Perché le auto in passerella sono state davvero fantastiche, tutte, le modelle tutte all'altezza e i loro vestiti mai così raffinati e radiosi, gli intermezzi di danza leggiadri e appassionanti. Perché, sopra ogni cosa, l'atmosfera era giusta, e ha contagiato gli spettatori non meno dei protagonisti. Così, siamo qui a parlare di un successo mai così complicato, mai così completo. E, crediamo, meritato: quando il conduttore, Massimo Del Papa, ha chiesto alla gente se fosse contenta, se si stesse divertendo, la gente ha risposto con un applauso lungo, uno scroscio che era una cascata di simpatia e di affetto. Allora abbiamo capito che questo Decennale ce lo saremmo ricordato. Dagli anni Dieci con le ruote dai cerchioni in legno, all'ultima Mercedes che annunciava il benessere invidiato e contrastato degli anni Settanta, dal "Musone" della ricostruzione industriale al "Cinquino" che popolarizzava davvero la mobilità urbana, dalle Lancia Lambda alle Buik, le Ford, i Duetto, gli "ossi di seppia" e le Jaguar di Diabolik, in uno scorrere di nostalgie sonore, di memorie che tornavano per un attimo negli occhi. Questo è stato, una volta ancora, Moda e Motori, spettacolo non fine a se stesso ma concepito, studiato proprio per chi lo guarda, impostato sul Novecento "breve" che però torna, reclama la primogenitura, torna vivo: ci dissero, allora, che saremmo andati presto sulla luna con le navicelle al posto delle automobili. Ma le automobili sono ancora qua, sempre più simili a navicelle ma ancora saldamente collegate al terreno: e invece dello spazio, ci danno una realtà virtuale che non può sostituire un momento di realtà reale che sale da ieri. C'era, nell'esibizione ferma del pomeriggio lungo il viale della Vittoria, c'era un vecchio, arrancava col bastone tra tutte quelle vetture e pareva non accorgersi; poi qualcosa ha attirato la sua attenzione, lo sguardo si è fatto attento, sempre più concentrato, infine sperduto in un orizzonte che non esisteva più: il vecchio guardava il suo tempo, un passato in cui, forse, era stato felice, mentre intorno a lui sfilava questo o quel veicolo di allora. Così è Moda e Motori, così è stato il "nostro" decennale.
Il CAMPE

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