Novant'anni in due ore, poco meno: è riuscita proprio bene la festa di Francavilla d'Ete, coincidente col raduno di auto d'epoca dai primissimi anni Dieci fino ai nostri giorni, dalla Ford T del 1918, regina dei lungometraggi con Stanlio & Ollio (sempre sfortunati, con quel “bolide” che non vuol saperne di avviarsi) e Charlie Chaplin (il famoso “Una giornata di vacanza”), fino alla Morgan 1800 del 2008 ma, significativamente, dalla carrozzeria che inseguiva e raggiungeva gli anni '30. Il tutto in ordine inverso, dalla più vicina a noi alla più remota. Oltre trenta modelli a sfilare per un piazza Vittorio Emanuele più che gremita, se è vero che non sulle sedie appositamente preparate, ma neppure sulla grande scalinata poteva trovare posto anche una sola persona. La giornata si era aperta nel pomeriggio col raduno presso il Bar Centrale, dove, dopo la prima esposizione, è stato servito un aperitivo. Quindi l'iscrizione dei veicoli partecipanti, il giro per il centro storico, così suggestivo e ricco di attrattive artistiche, e poi la cena, a base di squisiti prodotti tipici offerta dal locale comitato organizzatore insieme al CAMPE.
Alle 22 circa, l'apertura della sfilata. Due ore di magia, di evocazioni, anche di nostalgie scandite dal passaggio dei veicoli a risalire il tempo e dai quali scendevano accompagnate le signore e ragazze in abiti del tempo: ed è sempre emozionante e in certo modo strano constatare quanta ricchezza – di design, di stili, di gusto, di moda – sia racchiusa nel Novecento, “secolo breve”, attraversato da due guerre, altrettante rinascite, e poi transizioni, evoluzioni, il Paese che cambia pelle, diventa industriale e post industriale, perde la sua sfida coloniale ma non quella del design, dello stile che si impone nel mondo e ancora oggi, tra difficoltà crescenti, tra colonizzazioni di ritorno, cinesi, americane, arabe, non rinuncia a dire la sua, a difendere una trafidizione di alto profilo nella moda, nella qualità del disegno automobilistico. Un ponte, quello dei vari Pininfarina, Bertone, Ghia, che attraversa il XX secolo e arriva al seguente, all'attuale nel segno di una perennità della bellezza, dell'intelligenza stilistica, della funzionalità mai disgiunta da eleganza. Naturalmente anche i modelli stranieri, francesi, americani, tedeschi, hanno detto la loro sulla pedana di Francavilla, in modo da offrire, condensato, uno spaccato della cultura occidentale recente, dal preindustriale al postmoderno. Tutto questo sembra facile, sembra scontato ma all'occhio dello spettatore attento, partecipe, non può non lasciare una profonda impressione, la consapevolezza che, nel frenetico susseguirsi di mode più o meno effimere, c'è qualcosa che resta, che ritorna, che si chiama e si risponde. Anche questo è il senso di un sodalizio come il nostro, anche questo è il significato, dietro l'allegria, la tavola, il piacere di ritrovarsi sempre.
Il CAMPE