È sempre una questione di mercato, piaccia o non piaccia. È il
mercato, alla fine, che ha affondato il business assurdo, opaco,
ideologico dell’auto elettrica. Mercato per dire conti, rapporto
costo benefici, praticità, in soldoni una tecnologia ha successo se
fa il bene di chi la usa; se non fa che affliggerlo e complicargli la
vita, tu puoi trapanargli la testa con la pubblicità ideologica, coi
ricatti della UE, ma la gente quella tecnologia non la comprerà mai.
Perché non le conviene o, ancora peggio, perché non se la può
permettere. Due conti alla mano (pescati da uno studio che circola
sui social e su diverse testate): “La 500 Abarth a benzina costa
30.000 euro ha ben 179 CV, scatta da 0 a 100 in 6,8 secondi raggiunge
i 225 km/h, pesa solo 1000 kg. con un'autonomia di oltre 500 km veri
ed è divertente come un gokart! La 500 Abarth elettrica costa ben
43.000 euro ha solo 155 cv. scatta da 0 a 100 km/h in 7,0 secondi, ha
una velocità di soli 155 km/h pesa ben 1300 kg. con una autonomia di
250 km finti e con una maneggevolezza di una incudine! Come previsto
è stato un disastro! A gennaio 2024 pare che, in tutta Italia, ne
abbiamo vendute meno di 10 e a febbraio solo 14! Se fossero in buona
fede, significherebbe che c’è chi è davvero convinto che
l'elettricità sia creata dal muro dove si attacca la spina. Se i
Devoti a Greta sono in buona fede, forse è anche peggio…”.
Ed è
anche peggio. Nel Regno Unito hanno provato a “lanciare”
l’autoambulanza full electric: una disfatta: a furor di popolo,
letteralmente, hanno dovuto ritirare i (pochi) modelli sperimentali:
ogni veicolo costa 160mila euro, ha un’autonomia sui 70 chilometri
e gli servono 4 ore per caricarsi. I soccorrendi che fanno,
programmano infortuni e accidenti per tempo? Il solito discorso della
tecnologia che sfonda se serve e affonda se distrugge. Ma se una
tecnologia come la elettrica ha sul groppone più d’un secolo di
vita e 3 decenni di propaganda forsennata, e lo stesso non è
arrivata a niente, come può sperare di cavarsela? A Vimodrone, alle
porte di Milano, in due si sono affrontati in un duello rusticano non
dietro il Convento delle Carmelitane Scalze ma ad una colonnina di
ricarica: non erano folli, avevano ogni ragione, chi tardi arriva
male alloggia e gli ci vuole una mezza giornata di attesa. Può il
progresso reggersi su simili scadenze?
La
Germania, con le sue svolte, che poi sono smanie, green, elettriche,
bando al Nucleare, al carbone, alle benzine, si ritrova in braghe di
tela, deve mendicare energia atomica dalla Francia, conta sempre meno
in UE, già suo feudo istituzionale, la sua economia è disastrosa.
Noialtri scontiamo da mezzo secolo un paranoico rifiuto del nucleare
che ci ha impedito di vivere da primissimi in Europa, fra i primi nel
mondo. Ecco il portato di scelte demenziali, improntate a fanatismo.
Mentre la stessa frontiera dell’auto senza pilota, concepita da
Apple, fa, ammaina la bandiera. “Pare impossibile,” scrive
StartMag “eppure dell’auto di cui si parla dal 2015 non esisteva
nemmeno un bozzetto. Considerate le difficoltà riscontrate nel
settore della guida autonoma, le ultime notizie volevano che Apple
avesse preso la decisione di mitigare gli annunci iniziali, secondo i
quali l’Apple Car non avrebbe voluto i comandi. Sono passate solo
poche settimane da quell’ultimo, timido, bagliore di sopravvivenza
di Project Titan e ora, secondo Bloomberg, l’azienda ha deciso di
fare una “inversione a U”: Cupertino scioglierà il team che
lavora sta lavorando alle Apple Car, chiamato Special Projects
Group”. Cosa significa? Semplicemente che le innovazioni vanno
prese cum grano salis. L’automobile è nata per agevolare l’uomo
divertendolo: non per sostituirlo. L’uomo vuole guidare, vuole lui
portare il mezzo, non farsene portare. Tutti questi scienziati pazzi
non capiscono l’acqua calda, perché non sono umani. Ma ci pensa il
mercato a farli rinsavire, sia pure obtorto collo; perché il mercato
è degli uomini (non il contrario).